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Dal ronzino al cavallo di Troia
ovvero dal Partito Democratico a Famiglia Cristiana
di Gianni Toffali

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazion

     Non c’è alcun dubbio: dalla tomba, Gramsci, il padre del comunismo italiano, ha mutato strategia propagandistica.

 

 

     L’ideatore del colonialismo culturale permanente (vedi la presenza capillare della sinistra nella scuola, nell’università, nelle istituzioni e nei media) dopo decenni di militanza politica sulla groppa del "veicolo partito", ha cambiato cavalcatura e destriero. Dal ronzino Partito Democratico, al “cavallo di Troia” mediatico targato Famiglia Cristiana.

 

 

     Sembra una barzelletta, eppure non lo è: da un lato Veltroni viene accusato di fare poca opposizione e di flirtare con Berlusconi, dall’altro, Famiglia Cristiana lancia strali antigovernativi gridando alla deriva fascista e razzista dell’Italia.
     Per evitare confusione tra i cattolici, la sala stampa Vaticana ha fatto sapere che il settimanale distribuito nelle chiese italiane, non rappresenta né la Santa Sede, né la Cei.

 

 

     Il Direttore Sciortino ha replicato rivendicando “libertà di giudizio sulle vicende politiche e sociali, ammessa anche dal Concilio Vaticano II”. L’elegante sacerdote giornalista che non appare mai abbigliato da prete (modernità o vergogna?), dovrebbe spiegare ai suoi lettori in quale documento del Concilio viene contemplato il diritto all’insulto e alle manganellate gratuite.
     Meschina giustificazione strumentale, quando si vuole esprimere un pensiero non in linea con i dettami della Chiesa, il tirare in ballo il Concilio.

 

 

     Eppure tale mezzuccio è molto utilizzato all’interno del mondo cattolico.

 

 

     A proposito di fedeltà al Concilio, non era forse stato uno dei suoi padri nobili, Giovanni XXIII, il Papa Buono a coniare lo slogan “meglio la medicina della misericordia che l’arma della severità”, equivalente alla laica massima “si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile di aceto”?

 

 

     Visti i barili di aceto versati da Famiglia Cristiana, non sarebbe il caso di ripensare alla presenza nelle chiese di una testata che di cristiana ha solo l'intestazione?

Gianni Toffali

 

 

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